La Toscana grazie a Paola Rigacci vuole valorizzare l’impegno delle lady nei Motoclub Toscani .
La Prima ragazza che è stata incontrata è Sofia Dirindelli di Arezzo .
La moto è la nostra passione.
Vecchie foto in bianco e nero ritraggono mio nonno Giovanni sempre a bordo delle sue immancabili Guzzi, Gilera, Benelli. E poi mio babbo Giampietro che mi ha fatto amare i motori così come li ama lui, innamorato di uno sport tanto bello quanto unico. Mi chiamo Sofia e nei miei 28 anni ho sempre vissuto il profumo delle gare. Mi ci portava mio babbo, da più di trent’anni commissario di gara. Io ero piccolina, ma avevo già chiara l’idea che quello sarebbe stato il mio mondo.
Anche a mio fratello Luca non manca la passione per le due ruote. Per qualche anno direttore di gara di motocross e poi attivissimo segretario del Moto Club toscano A.M.Aretina. Si occupa di tutto, gare, eventi, educazione stradale, registro storico.
Mi sarebbe piaciuto correre. Volevo anche provare ma mio babbo, che di piloti se ne intende, storceva la bocca. Le gara non sono per te, mi diceva. Ed aveva ragione. Ma non volevo mollare. Così, appena diciottenne, decisi di iscrivermi al bando di commissario della Federazione Motociclistica Italiana. Ed eccomi qui, da otto anni sono commissario di gara, un compito bello e appassionante che mi permette di vivere esperienze sempre diverse ed emozionanti. I miei compiti? Controllare la manifestazione accertandomi che vengano rispettati i regolamenti e che i piloti abbiano i requisiti necessari per prendere parte alla gara. I primi tempi non sono stati facili. Era curioso che il commissario fosse una ragazza e per di più molto giovane. Ma con il tempo le cose sono cambiate anche perché nel motociclismo l’attenzione ed il rispetto sono tra le prerogative principali. E così sono arrivate gare sempre più importanti come lo scorso anno quando sono stata designata commissario delegato al campionato italiano di motorally.
Dove vorrei arrivare? Spero più in alto possibile. Chissà se babbo Giampietro avrà la gioia di vedermi un giorno in un campionato del mondo,magari un bellissimo mondiale enduro. E’ un sogno? Ma tanto sognare non costa niente.